Tutta una vita dedicata alla vela
di Ylena Carcasole
Sono socia della Fraglia Vela Malcesine dal 1989, all’epoca avevo dieci anni, ora ne ho trentasette e sono ancora qui a raccontarvi la mia storia.
Come tutti i bambini sono partita frequentando i corsi vela estivi in Optimist: poi sono arrivate le prime regatine, l’agonistica, le regate più importanti e una sudata carriera da atleta sul 420, sul 470 e poi su l’Yngling.
Dal 2007 alleno la squadra agonistica di Optimist con grande soddisfazione. È un lavoro faticoso dal punto di vista fisico e mentale ma il ritorno a livello umano è molto appagante.
Da dove ho iniziato
Avevo nove anni quando ho iniziato il mio primo corso di vela al circolo Acquafresca: il programma durava tutto il giorno e i miei genitori, che dovevano lavorare, avevano bisogno di tenermi impegnata dalla mattina alla sera.
L’estate dopo sono arrivata alla Fraglia Vela Malcesine e ho cominciato a fare qualche piccola regata. Angelica Tonelli è stata la prima incaricata a formare una squadra agonistica e a organizzare gli allenamenti annuali. All’inizio non ne volevo sapere di andare in barca anche d’inverno perché preferivo sciare.
Siamo partiti in pochi, la squadra era composta da me, Mara Trimeloni, Nicola Mattei, Daniele Scalet, Silvano Borgatti e Stefano Loncrini. Avevamo il nostro carrello e il furgone: tutto quello che ci serviva per esplorare il mondo delle prime regate.
I primi passi nell’agonismo
Nel 1993 è arrivato Claudio Brighenti che mi ha allenata per due anni: sono arrivata quinta al Campionato europeo e ho vinto il trofeo Optimist d’Argento a Torbole. Nel 1995, il mio ultimo anno sull’Optimist, ho avuto come allenatore Beppe Devoti. Con lui ho vinto il Campionato italiano, sono andata alle selezioni e sono arrivata seconda in classifica femminile al mondiale.
Dietro alla mia carriera e a ogni mio successo c’è sempre stato Beppe che mi ha aiutata in tutto. Beppe è il mio mentore, da sempre.
A sedici anni sono passata sul 420 e ho fatto coppia con Mara Trimeloni per tre anni. Il primo anno ci ha seguite Beppe, mentre gli altri due ci siamo allenate col gruppo zonale che faceva base a Campione.
Per arrivarci attraversavamo il lago partendo dalla vecchia sede della Fraglia. I nostri genitori avevano il gancio sulla macchina e ci portavano in giro a fare le regate oppure cercavamo dei posti liberi sui carrelli di qualcuno.
Ce la siamo sempre cavata. Ai Campionati italiani eravamo sempre tra i primi dieci ma non riuscivamo a spostarci da lì, al terzo anno ci siamo qualificate per gli europei di Stoccolma e i mondiali di Galaxidi in Grecia, poi ci siamo separate perché Mara voleva timonare al posto mio.
In seguito sono passata al 470. Per un anno ho fatto coppia con Beba Murru: fare il prodiere mi è piaciuto molto, è stato un anno bellissimo anche se sono troppo piccola fisicamente per andare a prua… se solo fossi stata alta dieci cm di più!
Il secondo anno sono tornata al timone e il terzo anno sono andata con Gemma Fiorentino, di Acquafresca, era brava e mi son trovata bene.
Siamo state prese subito dalla Federazione e abbiamo partecipato a tutto il circuito delle regate classiche. Dal nulla mi sono trovata sballottata ovunque, tra una regata e l’altra non riuscivo a riprendermi e in mezzo a tutto questo movimento, a tutta questa novità, proseguivo anche i miei studi universitari. Studiavo quando potevo senza mai perdere un esame, ma non ero preparata a dovere: non potevo essere perfetta in entrambe le cose.
Questo perché nel 2001, Federica Salvà ed Emanuela Sossi, subito dopo le Olimpiadi smisero con il 470 lasciando una voragine. Lo spazio per provare a fare carriera c’era davvero, forse avremmo dovuto metterci più coraggio, forse mi sarei
dovuta prendere una pausa dall’università e tentare fino in fondo. Invece ho deciso di continuare con lo studio e mi sono laureata in corso.
Nel 2002 ho finito l’esperienza sul 470. Dopo due mesi alla Federazione Italiana Vela mancava una donna per l’Yngling. La classe era nuova ed era una buona occasione per provare. L’Yngling è una barca da tre; facevo coppia fissa con Chiara Calligaris di Trieste, io e lei eravamo il nucleo fisso a cui si aggiungeva una terza che di volta in volta cambiava: ho fatto la centrale di poppa e il prodiere di bolina.
Quell’estate ho avuto un incidente in moto, mi sono rotta il piede e ho perso sei mesi di allenamento. Durante la mia assenza non hanno trovato una sostituta e quando sono tornata in barca eravamo rimaste indietro su tutto.
Non c’è stato niente da fare per il nostro rapporto che si è inevitabilmente incrinato, così, nell’estate del 2003 abbiamo deciso di mollare. Con l’incidente è saltata la mia occasione di provare ad andare alle Olimpiadi.
Ho trovato la mia rotta
Appena scesa dal 470 Beppe Devoti mi ha convinta a formarmi per diventare istruttore di vela.
Non ho fatto in tempo a smettere di allenarmi come atleta che due giorni dopo mi hanno chiamata per tenere un corso di vela. Sono stata riciclata in un attimo. Ho iniziato facendo qualche corso e dal 2003 al 2005 ho tenuto i corsi estivi a Malcesine.
Nel 2005 mi sono laureata e a fine estate sarei stata pronta per la mia nuova vita come dottoressa in scienze ambientali. In un tardo pomeriggio di settembre, davanti a una birretta, Gianni Testa mi ha chiesto di aiutare l’allenatore della squadra agonistica finché non avessero trovato un secondo istruttore. Si sarebbe trattato di qualche weekend nei mesi più intensi.
È andata diversamente perché dopo qualche mese stavo già facendo l’allenatrice a tempo pieno e dopo più di dieci anni lo faccio ancora.
Quell’anno la squadra agonistica era allenata da Ezequiel Schargorodsky che stava facendo un ottimo lavoro e i ragazzi erano molto legati a lui. Quando Ezequiel si è trasferito in Svizzera io sono partita da zero con i piccoli che uscivano dalla
scuola di vela.
Malcesine era ancora un embrione di campioncini e dal 2011 sono arrivati i primi risultati importanti con Emil Toblini, Dimitri Peroni e Gaia Bergonzini che hanno vinto titoli mondiali, europei e italiani. Sono molto orgogliosa di tutti i miei ragazzi e della mia squadra.
Nel 2008 la scuola di vela è stata spostata nella nuova sede di Navene. Io ero la referente per la scuola vela, facevo i salti mortali e andavo a caccia di istruttori per garantire la formazione. È stato così fino a quando non è arrivato Mattia Lonardi, lo conoscevo dai tempi dell’Optimist e quando ho visto il suo nome sul registro degli istruttori l’ho chiamato subito. Mattia si è occupato della scuola vela e della preagonistica, ci siamo sempre trovati bene e gli ho chiesto di restare.
La difficoltà maggiore è stata trovare qualcuno che restasse per dare continuità ai corsi vela e alle squadre. Dal 2009 sono partite le iniziative con le scuole elementari per coinvolgere i bambini di Malcesine.
Oggi siamo un bel gruppo, remiamo tutti nella stessa direzione, continuiamo a crescere e a guardare avanti. Quest’anno (2017) abbiamo 60 ragazzi: sei nel gruppo vela, 19 nella squadra Optimist, 14 nella squadra Windsurf, 15 nella squadra Laser e sei nella squadra 420.
Il mio lavoro va oltre l’allenamento e il risultato delle regate. Vorrei che ai miei ragazzi restasse sempre un piccolo segno della loro esperienza in barca. Vorrei saperli coraggiosi, forti e maturi davanti alle scelte difficili. Spero che possano usare nella vita la stessa determinazione che la vela ci insegna e ci richiede tutti i giorni.