Così è nata la Foiling Week
di Luca Rizzotti – fondatore della Foiling Week e Presidente Classe Italiana Moth
I Moth, delle barche di quattro metri, volavano come i catamarani di 22 metri di Coppa America. Era appena finito il Campionato italiano Moth del 2013 quando io e Domenico Boffi ci siamo resi conto che tutte le imbarcazioni comprese tra un Moth e un catamarano avrebbero volato molto presto.
Nel 2014 abbiamo fondato la Foiling Week per promuovere la vela volante e mai avremmo immaginato un’evoluzione tanto veloce. Talmente veloce che non ci avrei creduto se mi avessero detto che in tre anni la Volvo Ocean Race, Coppa America e la Vendée Globe avrebbero usato delle barche foilanti.
Per la primissima edizione abbiamo scelto d’istinto la Fraglia Vela Malcesine per il vento costante e poca onda: un elemento essenziale per volare in sicurezza.
Siamo stati ben accolti da Gianni Testa e Mattia Lonardi nonostante il nostro sia un un evento complesso da gestire. Non tanto in termini numerici ma organizzativi, perché
non esiste un altro evento al mondo che comprenda conferenze, esposizioni, esibizioni, test e regate multiclasse.
Le mattine della Foiling Week sono dedicate ai forum. Nonostante i costruttori e gli ingegneri navali siano in competizione fra loro, durante le conferenze si incontrano per discutere delle ultime novità del settore.
È come se ci trovassimo all’epoca dei fratelli Wright con gli aerei: agli inizi c’è bisogno che il pilota e l’ingegnere si parlino per scambiarsi le informazioni.
Il livello dei relatori è sempre stato altissimo. Abbiamo ospitato Bobby Kleinschmit, un ragazzo di trentacinque anni che ha sviluppato il foil per New Zealand, l’equipaggio vincitore di Coppa America 2017. Abbiamo ospitato Paul Larsen che ha fatto il record di velocità a vela con 68 nodi.
Noi di Foiling Week diamo spazio alle idee di chi si autocostruisce una barca. Perché è dallo sviluppo dei loro prototipi che si arriva alla produzione.
Durante le tavole rotonde con i costruttori, gli ingegneri navali e i velisti si parla anche di sicurezza, sostenibilità e accessibilità per permettere a tutti, e non solo ai velisti esperti, di volare sull’acqua.
Con i Trial ed Experience Camp le donne e i giovani velisti tra i dodici e i diciasette anni possono provare il foiling.
I pomeriggi vedono in regata Moth e Waszp, i prototipi, i catamarani, i kite-foiling e i wind-foiling. Si conclude con la Downwind Race: una regata tutti contro tutti senza distinzione di classe. Singoli e doppi, cat, kite e tavole, tutti assieme; vince il più veloce sulle otto miglia del percorso.
Chiudo con un po’ di storia, qualche numero e dato tecnico.
Il monotipo Moth è una classe di sviluppo aperta ed è stata una delle primissime a volare. Significa che rispettati i quattro metri di lunghezza, i due di larghezza e gli otto metri quadri di superficie velica si può fare ciò che si vuole.
Di conseguenza lo sviluppo tecnologico si è concentrato sulla velocità ed è nato il foil. Se dieci anni fa con 12 nodi di vento, il Moth andava a 12-13 nodi, oggi va a 20.
Nell’edizione 2017 di Coppa America, i 70 piedi sono stati superati in velocità da barche di 50 piedi e in teoria non sarebbe possibile: vuol dire che la capacità evolutiva del sistema è altissima.
Non esiste ancora un libro di progettazione pronto e c’è ancora tanto da scoprire. Quella in corso è un’ottimizzazione continua ed è incredibile quello che la tecnologia sta riuscendo a fare.
Eravamo in pochi appassionati alla prima Foiling Week di Malcesine, ma è cresciuta in fretta, tanto che in soli due anni l’abbiamo portata nello New York Yacht Club di Newport: la capitale mondiale dello yachting che ha ospitato Coppa America per 132 anni.
Il formato dell’evento piace e funziona; nel 2017 e nel 2018 gli appuntamenti mondiali con la Foiling Week sono tre: Malcesine, Miami e Sydney.